Ciò che si propone il libro è questo: dalla tendenza ad ignorare o a colmare o ad esorcizzare il negativo, passare invece a pensare il lavoro che il negativo riesce a fare, come sciogliere legami non liberi, sgombrare la mente da costruzioni inutili, alleggerire la volontà da fardelli insensati. Ci ha orientato una domanda: come possiamo impedire che il negativo che c´è nelle nostre vite “vada a male”, si traduca cioè in qualcosa di irrimediabilmente deteriore? Questa domanda viene declinata nel testo in modi diversi. Quando il negativo si lascia introdurre nel discorso, vuol dire che, poco o tanto, è uscito dalla sua assoluta negatività e non pretende di trionfare da solo. Allora, ha smesso di distruggere e sta al gioco del simbolico, fra presenza e assenza.
Indice
Introduzione di Luisa Muraro
- La tentazione del bene di Diana Sartori
- Maledire, pregare non domandare di Annarosa Buttarelli
- Al di qua del bene e del male. L’esperienza delle mistiche di Eleonora Graziani
- Stare a contatto del male senza farsi male di Daniela Riboli
- Quando il corpo fa il lavoro del negativo di Delfina Lusiardi
- Quando il reale si crepa di Chiara Zamboni
- Il pensiero della ferita nella Body Art di Donatella Franchi e Barbara Verzini
- La lente scura: Anna Maria Ortese di Monica Farnetti
- L’irriducibilità del negativo. Note sulla violenza a partire da Simone Weil di Rita Fulco
- La scrittura del deserto di Wanda Tommasi
- La grazia del no nel processo analitico di Cristina Faccincani