Quattro poesie
(c’era il ghiaccio)
C’era il ghiaccio e in mezzo al ghiaccio
c’era il fuoco, e intorno navigavano gli uccelli
e intorno navigavano le volpi
e intorno scendevano gli angeli
volevano sterminare tutto
Attento, attento – arrivano
sollevano i bambini, li portano
chissà dove… poi fanno lo stesso
con i cani, attento, Rot, attento!
Sbattevano veloci le brande contro il muro
ficcavano le dita nell’inchiostro
lasciavano un nome, due…
Il campo era peggio della scuola, Rot
nessuno batteva ciglio, nessuno
osava aprire bocca
Avevamo tutti quella rana in gola
finché è arrivato il fischio dell’addio
E chi lo sapeva, Rot, chi lo sapeva…
E come si chiama il fischio dell’addio…
come si chiama…
(la vecchia è entrata)
La vecchia è entrata
mi ha fatto la lezione:
sette giri fa il tempo quando torna a casa
sette le mani che aprono la porta
sette sono i secoli, sette i millenni
sette sono i giorni, qui nell’acqua, qui nel fuoco
noi dormiamo sulla branda
– contro il muro – siamo tre
io sono Muscèt, tu sei il cane
e lui è il bambino, poveretto, poveretto…
(questo è un cane)
Questo è un cane, è un bastardo. è chiaro
e io sono Muscèt, la piccola nullafacente
Forse qualcuno verrà a trovarci
ma non si sa, non si sa, qui nessuno sa niente
E quando la serranda canterà di nuovo
anche tu che leggi troverai la chiave
potrai entrare, certo certo, questa
è la tua epoca, avanti… entra, entra!
(gridava aiuto aiuto)
Gridava aiuto, aiuto
gridava come un corvo
sulla spalla del monte
nero nero è il monte
Aiuto aiuto – gridava il monte
com’è nero il cielo! nero
E bianca è la distesa all’orizzonte
e rossa è la mano, rossa
– che nero, dio, che nero! –
E basse, le nuvole, basse
e rossa è la mano, rossa
E nero il bosco, nero
Portami in terra, Rot
non abbandonarmi
non lasciarmi qui.