diotimacomunità filosofica femminile

per amore del mondo Numero 12 - 2014

Per amore del mondo

…è un titolo rubato ad Hannah Arendt, che avrebbe voluto usare per Vita activa, a segnalare che la filosofia non è una superiore vita contemplativa morta al mondo.

L’amore per la filosofia che pratica Diotima è amore del mondo, o meglio la nostra è stata, è, una pratica filosofica insieme pratica del mondo, entrambe mosse da un desiderio che è nostro ma che è della realtà del mondo. L’amore che fa girare il mondo, si diceva, e che qui speriamo anche ci faccia girare la testa.

È l’amore del mondo che porta a cercare il senso di quel che avviene attorno a noi e di quel che rimane non visto, estraneo a uno sguardo generico. A stare con le parole vicino a ciò che è contingente e a coglierne il significato, che altrimenti rimane schiacciato da interpretazioni che sono già a disposizione.

Mettere al mondo il mondo fu il titolo di un nostro libro, ormai tanti anni fa, dove parlavamo di realismo femminile. E ancora oggi pensiamo che il lavoro della pratica filosofica che amiamo, quella che è stata chiamata politica del simbolico, riguardi il desiderio di esserci nel movimento reale del mondo.

Il reale infatti è ciò che conosciamo attraverso le modificazioni che provoca in noi per lo scambio che abbiamo con esso. Sentiamo infatti la forza del reale perché qualcosa tra noi e gli altri sta avvenendo.

Non possiamo parlare oggettivamente come se fosse qualcosa fuori di noi, ma capire quello che avviene per le trasformazioni che cogliamo nei legami che abbiamo con esso.

Anche eventi lontani ci modificano, ma per strade che spesso ignoriamo. Questo ci modifica in modo diverso e di ciò anche possiamo rendere conto.

Come è la simpatia che apre all’ascolto dei bisogni e dei sentimenti degli altri, così è l’attenzione che fa sì che quel che di vero si riesce a dire, venga ascoltato, “ruminato” e arricchito di proprie riflessioni.

Tra noi è comune una fiducia nella realtà di ciò che ci muove come desiderio che, segnale del reale, eccede e taglia la realtà stessa.

Così nell’iniziare questa impresa, per amore del mondo, ci è sembrato naturale dirci che avremmo affidato la scrittura al desiderio, con la sua forza ma anche con la sua incertezza, con la sua ambiguità ma anche con la sua precisione. Che sa essere tempestivo ma è a volte intempestivo, al tempo opportuno e talvolta del tutto inopportuno. Che a volte trova parole precise e felici, altre si esprime grezzamente e quasi balbetta, altre volte risulta inutilmente prolisso, altre ancora se ne resta muto, proprio come noi. Che parla tante lingue e su tanti registri diversi, che si fa catturare da cose che brillano, come pure da cose minute, quotidiane e opache, come le nostre vite.

Che incontra desideri e parole spesso a incroci imprevisti e mai garantiti, come le nostre relazioni. Che muove sempre insoddisfatto e insoddisfacente, mai compiuto, che spinge e frena, magari a volte persino sembra perdersi e poi esplode e fa luce come l’amore del mondo.

Si può fare una rivista così? Beh, proprio come si può vivere.