diotimacomunità filosofica femminile

per amore del mondo Numero 1 - 2003

Visioni

Il tredicesimo apostolo

 

Non ho mai creduto nella rigida suddivisione tra materiali artistici nobili (e perenni) e materiali artistici effimeri.

La ricerca di materiali perenni spesso nasconde una volontà di onnipotenza e di eternità dell’artista.

Per questo ho iniziato ad interessarmi ad artiste che utilizzassero materiali caduchi, che portassero con sé la memoria di una vita.

Il tessuto in particolare ed il cucire quali espressioni precisamente femminili e richiamo costante della memoria gestuale di altre donne.

E proprio grazie a questo interesse ho avuto la possibilità di conoscere, frequentare ed intervistare Marga Ximenez e Nora Ancarola.

Due artiste di Barcellona, due amiche, che attraverso il loro percorso artistico sono riuscite a creare degli spazi, non solo simbolici ma anche fisici dove la visibilità femminile si potesse esprimere senza come loro stesse affermano, luchar (letteralmente lottare).

Ritengo essenziale all’interno del percorso artistico personale l’amicizia che lega queste due artiste.

Basti pensare che ad esempio è Marga ad avvicinare Nora all’importanza del tessuto: infatti mentre Marga viene dal mondo del tappeto Nora proviene dal mondo della pittura.

E uno dei risultati di questo interesse contagiato da Marga a Nora è la mostra “Naranjitas de la Xina” dove l’elemento centrale è il corpo femminile e la stoffa, tessuti dipinti, telai, pezzi di stoffa.

 

 

Naranjitas de la Xina

 

 

 

“En el año 1997, entre los escombros producidos por las obras de recuperación del local de la calle Dr. Dou núm.4, actual sede de La Xina-art, se encontraron algunas piezas difíciles de datar, y de procedencia desconocida. Después de más de tres años de laboriosos trabajos las limpiezas siguen sin poder clasificarse, pero su limpieza y restauración permiten presentarlas hoy al público. Pruebas de datación dan resultados muy variados, lo que demuestra que son obras de realizadas por innumerables manos pero que persiguen un fin, aún por dilucidar. El descubrimiento de la confluencia de los huertos de los conventos de Elisabets y del Carmen en el mismo lugar del hallazgo, y la desaparición poco clara y algo misteriosa del convento de Elisabets en el siglo XIX, permiten crear retazos de una posible historia…”                                                                                        Elsa Plaza(storica e artista)

 

 

 

 

 

La galleria Xina-Art è situata a Barcellona nel quartiere Raval vicino al MACBA e sorge sul punto di  confluenza di due conventi i (Elisabets e del Carme[1]) confluenza scoperta in seguito a degli scavi.

Il tentativo di questa installazione è stato quello di proporre una possibile sovversione dell’iconografia cristiana attraverso i ricorsi scenografici e la liturgia.

Un lavoro di questo tipo ha permesso a Nora di ironizzare e dare forma alla storia di una “via magdaleniana” o ad un tredicesimo apostolo femminile crocifisso che ci mostra una visione differente della donna, che non appartiene né alla verginità passiva (Madre-Purezza) né alla diabolica impurezza che corrisponde all’immagine della prostituta.[2]

La storia dice che il convento di Elisabets scomparve alla fine del secolo XIX in maniera poco chiara e misteriosa.

Nora mi ha detto inoltre che in questa sua finzione/ricostruzione storica ha preso anche come riferimento la storia di un gruppo di monache italiane che credeva e professava il culto del tredicesimo apostolo e che venne scomunicato nel sedicesimo secolo dal papa.

L’installazione espone telai di legno ricoperti di tessuto sul quale è proiettata l’immagine una donna crocifissa, sudari che sgocciolano ancora di sangue, colore fluido del corpo che scende da telai femminili imbevuti di sangue che termina in pigmento, reliquiari di capezzoli dove sangue che si trasforma in latte.

Il lato estremamente interessante è che la scelta dello spazio, la ricerca storica sui due conventi, il dichiarare che le “sacre sindoni” e gli affreschi trovati fossero effettivamente reperti storici, ha avuto un effetto di grande  impatto, al punto che la maggior parte di chi visitava la galleria ha creduto che tutta la storia imbastita abilmente da Nora fosse vera anche perché nonostante le pittrici fossero anonime comunque testimoniavano una presenza femminile da sempre negata nell’iconografia cristiana.

Mentre Nora mi raccontava il risultato della sua installazione non mancava di sottolineare il divertimento delle organizzatrici nel vederne l’effetto: la confusione che una mostra tanto realistica aveva  operato fra realtà e finzione.

Mi ha molto affascinata vedere come attraverso un semplice gioco di ironia femminile sia stato possibile proporre un tipo completamente diverso di iconografia, visibilità di donne costantemente svalorizzata dalla Chiesa, senza ricorrere a nessun tipo di rivendicazione o risentimento.

 

 

 

Nora Ancarola (Buenos Aires, 1955) è un’artista che vive e lavora a Barcelona dall’anno 1978. Da Correcció ( Col.legi Aparelladors, Barcelona 1991), Paisatge Submergit (Capella de Sant Roc, Valls 1992), Gens d’aigua (Universitat de Lleida 1994), Río de la Plata (Centro de Arte Contemporáneo Recoleta, Buenos Aires 1996), Missiones-Desaparecidas (Galería Filo, Buenos Aires 1996-Galería Zenit, Copenague 1997), Rio de (la) Plata, (La Xina-Art y M.X.ESPAI, Barcelona 1999), Paisaje-Memoria, (Bobigny,París 2000), realizza le sue opere integrandosi allo spazio e alla storia del luogo, dove l’installazione è parte di una scenografia, dove finzione e realtà rispondono a una intenzione riflessiva sul presente.

 

[1]             Elisabettiane e Carmelitane.

[2]             In tutto questo capitolo sono presenti parte del testo di Nora Ancarola relativo alla mostra e parti della mia conversazione con Nora.