diotimacomunità filosofica femminile

per amore del mondo edizione 18 - 2022

Introduzione

Il mondo stringe

Non è tardi, non è presto, proviamo a dirci.

È quando il mondo stringe

 Le esperienze legate alla pandemia ci hanno mosse a interrogare a fondo la verità dei bisogni in una tensione che ha a che vedere con un agire giusto e non di giustizia astratta.

“Per amore del mondo” ci sentiamo ora richiamate nello spazio del presente con un verbo riflessivo, attivo, transitivo o intransitivo nella forma pronominale: il mondo stringe e altresì si stringe, ci stringe.

Durante la pandemia abbiamo toccato con mano come gli spazi del nostro quotidiano possano inaspettatamente ridursi, ma non è stata solo questione di spazi materiali. Si è trasformato un sentimento: ci siamo trovate in una situazione di avvicinamento, di intensificazione di relazioni, a essere co-strette, strette in un insieme, a volte troppo. La contiguità, il contagio sono ancora temuti. È stata anche una presa di coscienza diffusa di come il nostro pianeta sia estremamente piccolo e il destino di ognuno interconnesso, in modo quasi imprescindibile.

In questo momento storico possiamo vedere le relazioni che si fanno sempre più fitte e intense. Tra l’altro ne è un segno chiaro il plurilinguismo delle nuove generazioni, le appartenenze plurali, i legami transnazionali, l’avverarsi di comunità ricche di diversità, come vincolo, come risorsa. Una doppia direzione dei legami; doppia la natura di quello che ci tiene insieme in un unico mondo o mondo unico.

Il pensiero e le pratiche che si generano sono nutriti da come viviamo questo tempo e le strette del mondo. Che presa? Quali parole? Due aggettivi, ora: irrinunciabile e insopportabile.

L’irrinunciabile, «ciò per cui sentiamo che l’esistenza ha un gusto e un valore», come può diventare un elemento politico che trasforma le relazioni con il mondo? Le parole non mancano, così come i passi da compiere. Le abbiamo cercate e trovate davanti allo scoppio di una guerra vicina, alla crisi che ne consegue, alla questione climatica e della salute globale. Un insopportabile, tutto questo, che costringe a patire e pensare per uscire dalle narrazioni già dette, da visioni dicotomiche, e introdurre una trasformazione simbolica del discorso.

Per amore del mondo, in questa stretta, tra irrinunciabile e insopportabile, di cui il pensiero deve farsi carico, invita a stagliarsi su un orizzonte grande, non euro-centrico, decolonizzante, cercando una conoscenza trasformativa anche e soprattutto nell’agire quotidiano. «Il mondo che ci circonda è inevitabilmente internazionale», scrive Martha Nussbaum, «coltivare l’umanità in un modo complesso e interdipendente significa comprendere come i bisogni e gli scopi comuni vengano realizzati in modo diverso in circostanze diverse. Questo richiede una grande quantità di conoscenza sui periodi storici precedenti, sulle culture non occidentali, sulle minoranze all’interno del paese, sulle differenze sessuali e di genere». Il mondo co-stringe a un altro sguardo.