diotimacomunità filosofica femminile

per amore del mondo Numero 9 - 2010

Per altri versi

‘Tu sei soltanto in allarme’. Cinque sequenze in un quadro

 

 

Guarda, c’è una finestra, un pianoforte aperto con un bicchiere d’acqua sul cofano. E c’è una poltrona. Vicino c’è un tavolino… una sedia di legno.

Qualcuno ci ha gettato sopra un cencio, forse un golfino rosa.

C’è qualcos’altro dietro la poltrona. C’è qualcosa,  ma non vedo bene…

C’è una ragazza in piedi, girata di schiena. E’ girata di schiena e guarda un piccolo quadro al muro.

 

Il fatto è che il quadro al muro raffigura un interno molto simile alla stanza  in cui

è stato appeso : è come un doppio… anche nel quadro c’è un pianoforte con un bicchiere d’acqua poggiato sopra. Il cofano è scheggiato. . Vedi? Quelle partiture stanno per cadere in terra.  Anche nel quadro c’è una ragazza…. è ritratta in piedi, di schiena. E’ ritratta nel momento in cui gira la testa verso l’artista che l’ha dipinta , si gira piano come attraversata da un pensiero.

 

Lei si gira. Da una camera, sul fondo, qualcuno sta spiando la scena: si intravede il profilo, in controluce.  Fuori è notte…. un albero nero, immobile, sospira.

 

E’ tutto molto strano. Ad un tratto la tenda svolazza, sbatte nel vento, la porta si spalanca e una macchina sparaneve butta  dentro la tempesta.

 

Da dove viene questa tempesta?  Non ci crederai… ma di colpo io mi trovo in quella stanza e guardo verso la porta spalancata. E’ un attimo! E quando rigiro la testa tutto è finito, in un attimo,  tutto è finito. Tu dove sei? Non c’è più neve!…. Dov’è la neve?

 

 

 

Dunque c’è una ragazza in piedi, di schiena. E’ ritratta su una tela mentre guarda unpiccolo quadro appeso al muro, come se il quadro fosse un orologio…

Come ti dicevo fuori è notte, e un  albero nero, immobile, sospira.

 

Cosa fa quella ragazza , ferma in quella posa? Certo l’artista l’ha dimenticata…

E io, che ci faccio lì?

 

Guardo bene e vedo che c’è un uomo.L’uomo parla dal buio:

 

Sei tornata, dunque. Hai portato il bambino?

Silenzio.

Ah, eccola là nella sua culla…Posso vederlo?

La ragazza non risponde.

Dorme?

La ragazza non risponde.

 

Una minaccia ha invaso la stanza, l’acqua freme nel bicchiere.

Il pianoforte geme con un suono disumano, sembra un animale ferito…

Qualcuno ha uno scatto d’ira sull’ultima nota  Qualcuno si è alzato di colpo.

 

Adesso le cose sono ferme in una specie di terrore, ma sopra  lo sgabello

c’è come un cuscino d’aria…

E dietro la porta, un colpo di tosse, una risatina. Qualcuno bisbiglia

nell’anticamera della notte…Ti annoio?

 

L’uomo è vecchio,e  indica il pianoforte con un cenno della testa:

Così …non suoni più! dice

La ragazza non risponde, prende il golfino dalla sedia e lo indossa piano.

Ah dovresti vederlo….E’ un tenero golfino rosa con cinque bottoni blu.

E il vecchio le dice : dì la verità… credi ancora che io sia pazzo?

Allora…lo credi? E perché non parli?

 

La ragazza si avvicina alla finestra e sposta un po’ la tenda con la mano.

Sta lì e guarda l’albero. Ha la frangia molto lunga sopra gli occhi.

 

 

Il  vecchio padre esce dall’ombra:

Ti verranno gli occhi storti. Con quei capelli …

Indossa un vecchio pastrano, residuato di guerra.

Oh insomma… Parla!

La ragazza non risponde.

Lui continua: Ah, io lo l’ho so cos’è… E’ che tu…Tu credi che la mamma…Tu credi che tua madre sia morta per colpa mia! Tu credi che sia colpa mia…  Ma non è vero. Io non c’entro niente!  Era il suo carattere. Non era mai contenta. Non le andava mai bene niente. Cosa potevo fare!… Le dicevo – vuoi questo? No! Vuoi quello,no!… Io ho la coscienza a posto… Lavoravo. Lavoravo e basta. Solo per voi. E’solo  per voi che lavoravo…E’ questo è il ringraziamento.

 

Un vagito sale dalla culla. C’era una culla dietro la poltrona… non si vedeva.

La ragazza si china e si rialza con un piccolo bambino in braccio. Tiene il palmo della mano in avanti, vuol tenere  a distanza qualcosa. Si muove piano, arretra …

E’ un animale in posizione di difesa. E’ soltanto una vergine con bambino.

 

Il vecchio dice.

E’ sempre stato così. Non ti reggevi a in piedi e già stavi dalla parte di tua madre!

Ti ricordi? …Ti ricordi, o no….? Una volta lei era lì che piangeva. Era proprio lì, vicino alla finestra… …e  piangeva …e lo sa solo dio perché piangeva…

Lei era lì … e piangeva anche quella volta… poi tu sbuchi di colpo dalla sua gonna…Salti fuori e dici: papà, perché non muori?

 

 

A questo punto l’uomo piega la testa.

….Tu non hai pietà per questo vecchio….Non hai pena… Ma per questo ti ho chiamata!…Tu lo devi sapere:  sto per morire!….Devi saperlo! sto per morire.

 

Quando un uomo sta per morire tutto ne porta il segno, non credi?

La lampada, il bicchiere, l’albero fuori….. tutto è un campo grigio, confuso…

Quando qualcuno sta per morire tutto è scheletrito e nudo,  non c’è niente che faccia da cornice. Ma sul golfino rosa, se potessero, io lo so, spunterebbero  i fiori.

Certo, se potessero sul golfino spunterebbero i fiori…Spunterebbero, come una pennellata. Basta una pennellata… la porta si spalanca e una macchina sparaneve butta dentro la tempesta. Il quadro si rifà. La ragazza si gira di colpo. Cade il bicchiere. Anche il quadro è per terra. E’ un attimo. E tutto è cambiato.

Eppure tutto è uguale. Di nuovo, il sogno era pieno di neve!

 

 

 

Ma che succede? Dall’uscio sul fondo entra una donna, parla tra sé e borbotta:

che disastro qui! Hanno messo luci fisse alle pareti. Ogni cosa è coperta da un  manto bianco. S’intravede un pianoforte là sotto. In terra c’è un quadro, e i resti d’un bicchiere.

 

La donna appena  entrata ha un grembiule celeste. Alza il lenzuolo. Spalanca la finestra. Raddrizza la sedia. Raccoglie i vetri con le mani, li toglie dalla pozza d’acqua. ….Dice : i soliti vetri per terra.

Poi prende il quadro. Lo  riappende al muro. Lo guarda. Lo guarda bene da vicino nel riverbero diffuso…. Quasi lo tocca col naso.

 

Anch’io lo vedo quel quadro. Lo vedo benissimo!….IO CHI ?

 

Ah che cosa orribile. Qual è la verità? Ho freddo.. Avevo un golfino rosa?  La porta sbatte. Mi giro di colpo. Una minaccia passa per la stanza… Con chi vivo adesso?

E il tempo? Il  tempo è quando torna il sole sul cofano del piano.  E la culla? ….dov’è finita la culla? C’è qualcosa dietro la poltrona, ma non si vede bene…

 

Poi, eccolo! entra in scena. Prima spiava da dietro la camera… te l’ho già detto, no?

Si vedeva  il profilo in controluce.. prima era in controluce e adesso… eccolo!

Entra in scena.

 

 

E’ un giovane uomo e cammina nella neve.

‘Bene’… dice alla ragazza…. ‘Bene, bene… Va bene così…Chìnati adesso…. mettiti a posto quei capelli… E riprendiamo dal padre… non girare intorno alla poltrona.

Aspetta, non devi guardare adesso dietro la poltrona. Hai freddo?…Va’ più lenta quando metti il golf… Va bene, va bene. …ma non voltarti così di colpo… Rovesci il bicchiere! E non fare la faccia spaventata. Non succede niente… Non aver paura…Non devi aver paura…Bene. Tu non hai paura. Sei solo in allarme. Tu sei soltanto in allarme.’

 

I fiocchi cadono nella stanza, uno dietro l’altro. Loro s’inseguono girando in cerchio, come due animali. . Ci sono le impronte nella neve. La ragazza muove la bocca, parla come un pesce.

 

‘D’accordo, rifacciamo… Mi chino? ….Avevo la faccia da paura? Va bene, rifacciamo.  Tanto decidi tu!. –  Io non posso cambiare una virgola… Ecco!…io sono qui di spalle, davanti al quadro.  Si vede il quadro?  …E’ orrendo!… –

Lei continua a parlare-…

E’ orrendo! …Allora … tu sbatti la porta e io mi giro un’altra volta.

Va bene.  Mi giro… Mi ascolti? …Che  freddo!… Ma dimmi, che senso ha? E’ tutta una scena. E’ inutile!.  …E non stare lì in quel modo! Guarda che sei tu che fai paura! ……- Lei comincia a indietreggiare – ….

Cosa dici? Il tempo?… Cosa vuoi che m’importi del tempo! …Adesso mi giro, va bene mi giro – tiene il braccio teso in avanti come se volesse tenere a distanza qualcosa- . …Mi giro, mi giro…io mi giro…ma tu non buttarmi sulla faccia quel lenzuolo!’

 

 

 

Verona, aprile 2006