diotimacomunità filosofica femminile

per amore del mondo Numero 9 - 2010

Oltremondo

Per Mary Daly

 

 

 mary daly

 

Letizia Tomassone[1]

 

Per Mary Daly

 

Mary Daly è morta il 4 gennaio 2010.

La malattia e la morte fanno certamente parte di quella struttura patriarcale del mondo per la quale non siamo capaci di vivere in armonia con il cosmo e di fare balzi temporali nella gioia, guidati dalla sorellanza. Mary Daly sperava che i suoi scritti sarebbero serviti a cambiare il mondo e a far sparire questo patriarcato feroce che continua a uccidere la vita delle donne e degli animali, delle piante e del pianeta intero.

Sono certa che il suo pensare e il suo vivere aiutano ad avvicinare il tempo dell’armonia.

La lotta per rimuovere la rimozione della sua libertà di donna ha però schiacciato anche lei, mostrando che passa proprio attraverso i nostri corpi la creazione di un cosmo liberato. Siamo talmente schiacciate dalla rimozione della nostra libertà che dobbiamo fare uno sforzo che prende tutte le nostre energie per vivere in questa stessa libertà.

Mary Daly dà un nome a questa pratica: “archeologia del futuro”. Molto del suo lavoro è consistito nel dare nomi nuovi alle pratiche intraviste dalle donne. Proprio questa capacità di inventare un linguaggio e l’audacia di farne addirittura un dizionario, di disegnare un mondo nuovo, è uno degli aspetti scandalosi del lavoro di Mary Daly.

Lei non si è limitata a pensare nuovi paradigmi, ha provato a viverli e trasmetterli.

 

Cattolica di provenienza, teologa di formazione, la sua battaglia di pensiero e di pratiche, dal Concilio Vaticano II, l’ha portata a uscire dal cristianesimo e a proclamarsi post-cristiana.

Nelle sue ricerche e nelle sue analisi sempre molto provocanti e appassionate, ha mostrato il lato oscuro del cristianesimo nei confronti delle donne: le violenze della caccia alle streghe e la subordinazione alle gerarchie ecclesiastiche, il ruolo di vittima sacrificale attribuito alle donne senza che queste possano aggiungere a questo il titolo di vittime innocenti, che spetta solo al Cristo. Colpevoli sempre, le donne, anche quando sono vittime, nel pensiero teologico e nella pratica pastorale delle chiese cristiane.

Mary Daly è stata una grande maestra, scomoda e scandalosa, ma essenziale nel cammino delle donne dentro e fuori le chiese.

 

Vorrei tracciare alcuni elementi chiave di questo suo operare. L’impatto che Mary Daly ha avuto in Italia è forse addirittura maggiore di quello avuto nel suo paese. Da noi infatti le reti di donne hanno una grande sete di pensiero libero e fondato sulla trascendenza femminile. La sua critica alle strutture patriarcali della teologia cristiana aiuta chi vuole liberarsi da un’educazione troppo impastoiata. Le sue invenzioni spingono a sviluppare pratiche diverse tra donne. E con lei la trascendenza assume una dimensione di empatia cosmica che sta diventando essenziale in questo tempo in cui il pianeta sembra essere considerato solo come una enorme riserva di prodotti a nostra disposizione (ricordo quando, all’Università di Verona, ospite di Diotima, raccontò: “un fiore mi ha parlato”).

 

 

Strenuamente separatista in un tempo in cui il separatismo è poco accettato persino nel movimento delle donne, lesbica e mossa da forti passioni, Mary Daly ha aperto per noi un mondo libero.

Certamente i suoi testi segnano la teologia di questi ultimi quarant’anni. Anche chi non è abituato a entrare in contatto seriamente con il pensiero delle donne, non può ignorarne la presenza.

La sua critica teologica è entrata profondamente nel DNA delle teologie femministe in ogni parte del mondo.

Il fatto che con il suo pensiero e la sua pratica Daly sia uscita dal cristianesimo non diminuisce il suo impatto sulla teologia. Questo pone anzi con più radicalità le domande essenziali alle chiese e in generale alle religioni:

– sono in grado di rivedere la propria storia a partire dalle domande scomode poste dalle donne?

– sono in grado di offrire quelle radici nel futuro e quelle prospettive di libertà che donne e uomini vanno cercando?

– fanno almeno qualche tentativo per inventare un nuovo linguaggio che esprima il divino fuori da categorie patriarcali?

 

Leggere la produzione di Mary Daly significa entrare in contatto con una energia immaginativa che smaschera la  violenza di genere nel presente e disegna nuovi mondi, mondi di armonia e di pace anche con il pianeta. Senza dimenticare lo scandalo provocato dalla pratica della libertà femminile e offrendo l’energia necessaria per affrontare i conflitti nel presente.

 

 

Nota bio-bibliografica

 

Mary Daly (1928- 2010), di famiglia irlandese, filosofa, teologa, femminista radicale, è tra le più potenti creatrici di pensiero, linguaggio e visione, generate dal Movimento Femminista degli anni settanta.

 

Conseguito il primo Ph.D. in Religione presso il Saint Mary’s College a Notre Dame, Indiana, per specializzarsi in teologia – studio ancora precluso alle donne in quegli anni negli Stati Uniti – si iscrisse all’Università di Friburgo, in Svizzera, dove ottenne una seconda laurea (summa cum laude) in Teologia. Rimase ancora a Friburgo per conseguire la sua terza laurea in Filosofia e seguì il Concilio Vaticano II. Tornata negli Stati Uniti, ebbe l’incarico di Assistant Professor al Boston College, gestito dai Gesuiti.

 

Dopo la pubblicazione, nel 1968, di La Chiesa e il Secondo Sesso, fu licenziata nella primavera del 1969. Quattro mesi di proteste studentesche, una petizione firmata da 2.500 persone, una tavola rotonda di sette ore, la decorazione notturna con brillanti graffiti rossi dell’edificio dell’ amministrazione centrale del Boston College, provocarono la revoca del licenziamento e il suo rientro con la promozione a ordinario di cattedra nel giugno dello stesso anno.

 

Seguirono le pubblicazioni di: Al di là di Dio Padre. Verso una filosofia della Liberazione delle donne (1973), Gyn/Ecology: the Me taethics of Radical Feminism (1978), Pure Lust: Elemental Feminist Philosophy (1984), Webster’s’ First New lntergalactic Wickedary of the English Language (1987), Outercourse: the Be-Dazzling Voyage (1992) e Quintessenza… Realizzare il Futuro Arcaico (1998).

 

Licenziata definitivamente nel 1998, a causa del suo rifiuto di tenere lezioni in una classe mista, continua a scrivere e a viaggiare negli Stati Uniti e in Europa, tenendo conferenze e presentando le traduzioni dei suoi libri. Nel 2006 ha pubblicato ancora Amazon Grace. Re-Calling the Courage to Sin Big.

[1]              Letizia Tomassone è pastora valdese

[2]              Carter Heyward, Al principio è la relazione, in Luce Irigaray ed., Il respiro delle donne, Il Saggiatore, Milano 1997, p.115-126

[3]              Mary Daly, Al di là di Dio padre, Editori Riuniti, Roma 1990

 

[4]              Mary Daly, Quintessenza… Realizzare il Futuro Arcaico , Venexia 1998