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per amore del mondo

Visioni

M.X. Espai

 

 

 

Credo che l’importanza delle pratiche fra donne sia stato l’elemento vincente della rivoluzione femminista e del femminismo attuale, elemento basilare di  uno scambio politico fra donne che hanno saputo e sanno portare il segno della differenza sessuale.

Per questo motivo ritengo interessante all’interno di questa rubrica oltre a riflettere su alcune artiste e sul movimento di creazione delle loro opere, vedere come alcune di loro abbiano saputo creare degli spazi alla visibilità artistica mettendo in gioco non solo le loro opere ma anche una serie di pratiche politiche.

Per questo ho pensato di spostare lo sguardo per un istante sullo spazio che apparentemente ospita le opere: la galleria d’arte, ed in particolare voglio fare riferimento al M.X. Espai perché la gestione di quest’ultimo è una lampante testimonianza di pratica politica femminile.

Questa galleria d’arte contemporanea nasce nel settembre del 1998 grazie al desiderio della scultrice Marga Ximenez di non lasciar morire l’arte che si occupava del tessuto.

In seguito all’amicizia e alla collaborazione artistica con Nora Ancarola dal 2000 l’M.X.Espai è gestito dalle due artiste.

La sensazione quando si sta in loro compagnia è quella che ognuna abbia colto il “di più” dell’altra, il risultato è una continua messa in circolo di energia in forma di ispirazione e riflessione.

Questa galleria sorge sulla Barcellona antica, la Barcellona romana nella via delle librerie, infatti è molto forte l’interesse che si percepisce all’interno della galleria di recuperare lo spazio come spazio significativo.

Entrambe le artiste sottolineano la magia e l’intimità di questa galleria, che precedentemente era una sorta di magazzino di Marga dato in affitto ad alcuni studenti.

Ho potuto constatare personalmente come l’attenzione e la cura della galleria siano fondamentali quanto la produzione delle loro opere artistiche.

Infatti l’MXEspai non è uno spazio funzionale alle opere messe in mostra, al contrario sono le opere stesse che per diretta richiesta di Marga e Nora alle artiste/i espositrici devono essere scelte e adattate in base allo spazio a loro messo a disposizione, che essendo in primis un luogo simbolico carico di significati si trasforma nella prima opera fruibile da parte dello spettatore.

La mia sensazione nell’entrare in questo luogo è stata quella di uno spazio caldo ed accogliente dove la sensazione del materno si ritrova in ogni piccolo frammento di tessuto, invecchiato o cucito o legato esposto nella galleria.

Le installazioni vengono fatte nel bagno, nella sala da pranzo ed in stanze attorniate dalla presenza di legno grezzo e affreschi antichi sui soffitti.

Nella sala da pranzo dove i mobili della cucina sono rimasti presenti c’è un’installazione permanente di piccole opere che sempre sono legate al tessuto e che sono sparse qui e là apparentemente in modo casuale, ma con il risultato di rendere vivo lo spazio, essendo intriso di segnali di presenza poiché ogni tessuto usato porta la storia di chi l’ha toccato e di chi l’ha portato, il tutto senza dare un senso di confusione o di un tutto pieno nauseante.

Infatti appena ho messo piede in questa galleria oltre a sentirmi a casa, poiché percepivo una sorta di aura protettiva e familiare nell’incedere dei miei passi, è nato immediatamente dentro di me il desiderio di poter studiare e scrivere in questo luogo per la serenità che emana.

Un contrasto che ho trovato estremamente forte rispetto al fatto di essere situata al pieno centro di una metropoli in continuo movimento.

Questa dimensione di serenità è possibile perché in questa galleria non ci troviamo solo in una dimensione pubblica. Ci troviamo fisicamente in una casa, e come tale, ogni particolare ci porta alla mente la sensazione di qualcosa di vissuto ed intimo, di una quotidianità e familiarità di gesti che appartenevano alla casa.

Ci troviamo in uno spazio dove il pubblico ed il privato si sovrappongono cancellando i reciproci confini.

…anche questo fa parte della magia del M.X.Espai.