diotimacomunità filosofica femminile

per amore del mondo Numero 8 - 2009

Taglio del presente

L’ordine simbolico del papi

 

Sarei anche moralista. E pure avrei da dire sulla copula che stringe sesso e potere e su come questa sia stata colta in flagrante nei ben noti fattacci della cronaca politica di questi tempi. Ma lascio il cipiglio e piglio altro taglio.

Di tutta la faccenda è quel “papi” che mi ronza. E mi suona come una specie di parola d’ordine, proprio la password che apre la porta di un altro ordine: l’ordine simbolico del papi.

Il patriarcato è morto, si è detto, l’ordine del padre si sgretola e non fa più ordine, il sole del nome del padre è tramontato. Ma che sole sorgerà, ci si interrogava angustiate, sul nuovo orizzonte post-patriarcale, che nome avrà? Qualcuna azzardava: sarà il fratriarcato, un regime dei litigiosi fratelli senza controllo poco promettente per le sorelle. Qualcun’altra fiduciosa nelle magnifiche sorti e progressive dell’universalità dei diritti e dell’emancipazione attendeva con il superamento dei rapporti patriarcali l’avvento alfin di rapporti tra i sessi da pari a pari. Macché, se questa è un alba è fosca: dopo il tramonto del maestoso astro del padre che si ergeva luminoso si profila forse un sorgere, sì, ma è quello della ridicola faticosa erezione del papi. E il nuovo ordine di rapporti che fa ruotare attorno a sé è quello da pari a papi.

E pensare che c’era chi allarmato (perché erano uomini) avvertiva di come la morte del padre avrebbe in realtà spalancato l’urna della madre precipitandoci in una confusa notte di materne vacche nere.

Però almeno sul risorgere di un fantasma ci avevano azzeccato: a ben guardare il sorgere del nome del papi somiglia davvero più a un risorgere, e ai fratelli qualcosa dovrebbe ben ricordare. Non furono forse loro, secondo la ben nota favola delle origini, che si coalizzarono per far fuori il terribile padre arcaico che si accaparrava tutte le donne, madre e tutte le figlie, osceno e simbolicamente incestuoso? Non si narra che fu da quel parricidio che si instaurò l’ordine, ora simbolico, del padre tra i fratelli? Il papi, in effetti, i tratti di quell’osceno padre arcaico li rammenta parecchio, per quanto degradati,  e infatti non mancano i fratelli che vedrebbero nel riseppellirlo l’occasione di un rinnovato patto.

Questa prospettiva per il domani non mi entusiasma e non è il mio auspicio. Innanzitutto che sia il tramonto o l’alba mi vien da chiedermi: ma che giorno è? Da che parte va il tempo? Avanti o indietro?

Time is out of joint… I hope, sarebbe almeno tempo di opportunità.

Ma che ci siano segni di ritorno e di regresso lo dicono le parole.

Quel papi mi risuona anche come una specie di  shibboleth di un mondo di rapporti, di una comunità di parlanti, di un universo di linguaggio, l’ordine del papi, involuto a un simbolico elementare (già, non ha passato l’Edipo..) dove le parole sono poco oltre la lallazione: papi, poppe, pippe, pupe, pappa, popò, pipì, popi-popi…

 

Che dire… Peperepè che canzone è?

Lo so! Lo so! Papaveri e papere.

Virilità papaverina, poverina..